Giovedì 19 giugno 2025, presso il Centro Polifunzionale di Cassa Padana a Leno (BS), si è tenuto un nuovo incontro del Comitato Suinicoltori.
Promosso dall’Hub della Conoscenza, in collaborazione con Cassa Padana e Fondazione Politecnico di Milano l’appuntamento, dal titolo “La sfida del suino italiano nell’export: dinamiche import-export della nostra industria suinicola”, ha rappresentato un momento di confronto operativo per fare il punto sulle principali criticità e potenzialità del settore, ponendo l’accento su un approccio che sappia integrare competitività, sostenibilità ambientale e visione a lungo termine con un focus specifico sull’apertura ai mercati esteri.
Ad aprire i lavori è stato il Professore Giuliano Noci, Direttore dell’Hub della Conoscenza e Prorettore del Politecnico di Milano, sottolineando la necessità di integrare una visione strategica e dialogo territoriale per affrontare in modo consapevole le trasformazioni del comparto agroalimentare e ha richiamato alcune riflessioni emerse nel precedente incontro, sottolineando come il mercato suinicolo italiano debba essere più competitivo rispetto ai principali scenari internazionali.
A seguire, l’intervento di Simone Bergamini, agronomo e responsabile commerciale di Assocom, ha restituito un quadro dettagliato delle dinamiche 2024 dell’import-export suinicolo italiano. Tra i dati principali emersi: l’Italia si conferma importatore netto di carni suine con un +7,4% nel 2024, con un grado di autoapprovvigionamento in calo, sia per carne che per cosce.
Nel corso del suo intervento, Simone Bergamini ha evidenziato l’urgenza di un cambio di paradigma con una necessità di rafforzare la comunicazione relativa alla qualità percepita e valorizzare il sistema Italia con una narrazione più coerente e strutturata. Innanzitutto, ha evidenziato l’urgenza di stimolare la domanda globale di prodotti trasformati italiani, valorizzandoli non solo per le loro caratteristiche merceologiche, ma collegandoli a un’immagine forte e riconoscibile del “sistema Italia”, che sappia trasmettere cultura, qualità e affidabilità. Un altro punto chiave riguarda il tema dell’aggregazione della filiera: le imprese devono puntare a un livello comune di standard qualitativo, per presentarsi compatte sui mercati internazionali e costruire una visione di lungo termine condivisa. In parallelo, diventa strategico segmentare l’offerta, per intercettare diverse fasce di mercato e diversificare le strategie commerciali.
Infine, Bergamini ha ribadito la necessità di investire in modo più deciso, non solo sulle infrastrutture produttive delle aziende agricole, ma anche su marketing, ricerca & sviluppo e miglioramento della qualità percepita, leve indispensabili per garantire competitività duratura e riconoscibilità al prodotto suino italiano nel mondo.
Il tavolo di confronto finale ha coinvolto imprese, operatori del settore locali, sollecitati a riflettere su alcuni snodi chiave: aggregazione di filiera, investimenti in comunicazione e standardizzazione della qualità, e segmentazione dell’offerta.