Al Pala Made in Italy di CremonaFiere, in occasione delle Fiere Zootecniche Internazionali 2025, venerdì 28 novembre, Cassa Padana e Hub della Conoscenza hanno accesso i riflettori su un tema centrale: l’intelligenza artificiale applicata al benessere animale.
Un confronto che ha unito il mondo bancario e quello zootecnico, per offrire una chiara prospettiva sul cambiamento in atto nella filiera.
Ad aprire i lavori, Davide Gibellini, responsabile gestori new business di Cassa Padana, che ha sottolineato quanto Cremona sia riconosciuta a livello nazionale e internazionale come uno dei poli più importanti della zootecnia e della filiera lattiero casearia.
In un territorio così evoluto, parlare di intelligenza artificiale applicata al benessere animale aggiunge un tassello fondamentale alla competitività dei nostri territori.
L’ AI non è qualcosa di lontano, ma uno strumento concreto per migliorare sostenibilità, tracciabilità e redditività.
Cassa Padana e Hub della Conoscenza, hanno il dovere di accompagnare le imprese verso la cultura del dato, verso tecnologie che migliorano il lavoro quotidiano, verso un’agricoltura più sostenibile e competitiva.
La nuova materia prima: il dato
Giuliano Noci, Prorettore del Politecnico di Milano e direttore dell’Hub della Conoscenza, ha posto l’attenzione su un passaggio fondamentale: “Oggi esiste una nuova materia prima, sempre più importante e decisiva: quella del dato”.
Le nostre imprese sono riconosciute per la qualità, ma questa non basta più a garantire competitività del settore. I mercati infatti, stanno cambiando velocemente, così come la domanda.
Per affermare qualità e sostenibilità servono tecnologie digitali e tracciabilità, elementi ormai imprescindibili in ogni settore.
Il benessere animale, non è un semplice obbligo normativo, ma una chiave di accesso ai mercati internazionali più esigenti. Per questo diventa strategico mostrare esperienze reali di utilizzo dell’AI negli allevamenti.
Dagli indici al controllo quotidiano: l’AI nelle stalle
A rappresentare il mondo allevatoriale è intervenuto Corrado Zilocchi, di ANAFIBJ: “Il nostro compito è mettere a punto strumenti e indici capaci di individuare e misurare il benessere animale in modo oggettivo e affidabile”.
La testimonianza concreta è arrivata da Orobix LIFE, start up innovativa nel settore dell’agritech, che sta introducendo modelli di intelligenza artificiale in diverse aziende zootecniche del territorio. “Entrando in questo settore, ha raccontato Pietro Rota, Founder & CEO dell’azienda, abbiamo scoperto un mondo molto interessato all’AI. La tecnologia permette di gestire dati complessi e anticipare situazioni critiche con grande precisione.”
Secondo Rota, il valore più grande che porta l’AI in stalla è la capacità di amplificare l’esperienza dell’allevatore: trasformiamo ciò che lui sa riconoscere, una postura strana, una condizione corporea non ottimale, comportamenti anomali, in informazioni oggettive, continue e disponibili, anche quando non è fisicamente in stalla. Un allevatore esperto sa leggere i segnali degli animali, ma non può essere ovunque né osservare centinaia di capi ogni giorno con la stessa attenzione. Grazie ai nostri sistemi di AI che analizzano immagini e video delle bovine in continuo, riusciamo a monitorare parametri fondamentali come la locomozione, lo stato di salute e i comportamenti nei box parto.
Per Orobix dunque, usare i dati elaborati a supporto delle decisioni quotidiane produce importanti risparmi. Per esempio, anticipare un problema di zoppia significa ridurre i giorni improduttivi, i costi veterinari e i cali nella produzione di latte. Monitorare il Body Condition Score aiuta a ottimizzare l’alimentazione, mentre riconoscere comportamenti anomali nei box parto riduce i rischi per vitelli e madri. Ogni intervento tempestivo evita una perdita o genera un guadagno concreto.
Il valore economico non nasce dal dato in sé, ma dalla capacità di trasformarlo in informazioni utili e operative, integrate in dashboard intuitive. In un settore dove efficienza, benessere animale e sostenibilità economica sono inseparabili, il dato permette all’allevatore di trasformare complessità in decisioni redditizie.
A confermarlo, Angelica Contini, dell’Azienda Agricola Balestreri Cascina Cristella, che ha spiegato come l’AI sia parte integrante della gestione quotidiana: “L’occhio dell’uomo è uno strumento necessario, ma non può arrivare ovunque. Grazie all’uso dell’intelligenza artificiale negli allevamenti, riusciamo ad individuare segnali che vedremmo tre o quattro giorni dopo. Questo comporta interventi tempestivi, più benessere per gli animali e risultati migliori.”
Una sfida strategica
In chiusura, Noci ha richiamato l’importanza della visione a lungo termine: servono consapevolezza strategica, vertici aziendali che credono nell’innovazione e che vogliano investire nella formazione. Solo così il settore potrà affrontare con successo le nuove sfide della competitività globale.
L’incontro che si è svolto a CremonaFiere ha confermato un punto centrale: la zootecnia del futuro si costruisce combinando tradizione e dati, esperienza e nuove tecnologie. Una strada che non sostituisce il lavoro e la passione dell’allevatore, ma lo potenzia, rendendo le aziende più sostenibili, efficienti e pronte ad affrontare i mercati di domani.






